Mauro Staccioli. Sculture attraversabili e attraversanti
A cura di Caterina Martinelli
Inaugurazione: sabato 2 agosto h 18.30

Mauro Staccioli, Corso Italia, San Giovanni Valdarno, 1996, Courtesy Archivio Mauro Staccioli, © Enrico Cattaneo, 1996
Casa Masaccio | centro per l’arte contemporanea, in collaborazione con Mauro Staccioli Museo Archivio (Volterra), Galleria Il Ponte (Firenze) e Galleria Niccoli (Parma), presenta un focus sulla produzione scultorea di Mauro Staccioli, a cura di Caterina Martinelli, dedicato alle forme aperte, varchi che invitano l’osservatore ad un’esperienza da esplorare e su cui riflettere.
In concomitanza con la recente installazione del Cerchio imperfetto (2008) sulla rotatoria che collega il Ponte Ipazia d’Alessandria con il Lungarno Don Minzoni a San Giovanni Valdarno, l’esposizione approfondisce questo nucleo della ricerca dello scultore che ha inizio negli anni Novanta, quando Staccioli elabora cerchi imperfetti, anelli, ellissi, triangoli vuoti, quadrati dai lati curvi…etc., spingendo verso soluzioni che spesso sfidano l’equilibrio e la simmetria, come suggerito anche da alcuni titoli (Equilibrio sospeso, Cerchio imperfetto).
Per l’artista, la scultura è innanzitutto un dispositivo di relazione, strumento critico che interroga il luogo e invita chi guarda ad abitarlo con consapevolezza. In questa prospettiva, sottolinea la curatrice della mostra e direttrice del Mauro Staccioli Museo Archivio (Volterra), Caterina Martinelli: “le forme visivamente attraversabili che appartengono all’alfabeto plastico dell’artista, sono da sempre un invito alla responsabilità dello sguardo perché sollecitano l’osservatore a muoversi e a guardare al di là della soglia, a immaginare un altro modo di abitare lo spazio”.
Con la consapevolezza che l’arte possa intervenire nello spazio reale come linguaggio vivo e capace di generare senso, Staccioli ha costruito nel tempo una costellazione di segni capaci di interpretare profondamente i luoghi fino a diventarne simboli in grado di parlare al paesaggio e all’osservatore: “Vuoi lo spazio dentro la scultura, la scultura lo spazio-il segno e il senso del luogo” (M. Staccioli, 1991).
Il percorso espositivo presenta sculture in ferro e cemento e acciaio corten che, in dialogo con disegni su carta che ne accompagnano e sviluppano la riflessione formale, articolano i temi dell’anello, del quadrato dai lati curvi, dell’ellisse e del triangolo. Il focus prosegue con una ricca documentazione fotografica, che presenta le forme in scala monumentale nei contesti urbani e naturali, ma anche progettuale, con l’esposizione di maquettes, materiali di studio con cui l’artista testava la coerenza plastica, la fattibilità e il comportamento della forma nello spazio reale.
Il display restituisce anche l’ampiezza della geografia in cui Staccioli ha operato: dal Cerchio realizzato in Andorra nel 1991, agli interventi in Belgio (Equilibrio sospeso, 1998, Arc en Ciel, 2003, Cerchio Imperfetto, 2005), a Taiwan e Porto Rico (triangoli aperti, 2003 e 2004), fino al Triangolo dai lati curvi per Villa d’Este (2006), e al Portale di Lischeto (Volterra, 2009).
La mostra diventa parte di un percorso cittadino dedicato a Mauro Staccioli che coinvolge, oltre a Casa Masaccio, Cerchio imperfetto (2008) sulla rotatoria del Ponte Ipazia d’Alessandria, Cerchio imperfetto (2014) in via Rosai presso l’edificio del Comune di San Giovanni Valdarno, Ripensare l’urbano (2011-2023), gruppo scultoreo composto da cinque grandi tondi, realizzato in occasione della personale del 1996 e ricollocato in modo permanente all’ingresso nord della città, nella zona industriale di S. Andrea.
Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma all’Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna e insegna nella provincia di Cagliari. Fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa. Nel 1963 si sposta a Lodi e poi a Milano dove è direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante. Sul finire degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo – inteso nella sua concezione sia fi sica che sociale – nel quale e per il quale è stata realizzata. Elabora quindi “sculture-intervento” che si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. L’artista sceglie fin da principio un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. A partire dagli anni Ottanta il linguaggio dell’artista perde la durezza e l’aggressività che lo caratterizzavano, e che rifletteva l’aspro e violento clima politico degli “anni di piombo”, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali, generando effetti di straniamento nell’osservatore. Comincia a lavorare inoltre sul rapporto tra segno e paesaggio, tematica che ha caratterizzato le sue opere monumentali più note. Staccioli scompare nel 2018 lasciando il suo lavoro nelle mani dell’Archivio Mauro Staccioli presieduto dalla figlia Giulia e diretto da Andrea Alibrandi.
Ingresso gratuito
Lunedì: chiuso
Martedì – venerdì: 15-19
Sabato, domenica e festivi: 10-13; 15-19







