MEHR LICHT! / UNDERWOOD

Massimo Bartolini | UNDERWOOD

Alexander Cozens, A Schematic Cloud Study, Graphite and ink on paper, 121 × 183 mm Photo © Tate. CC-BY-NC-ND 3.0 (Unported)

Alexander Cozens, A Schematic Cloud Study, Graphite and ink on paper, 121 × 183 mm
Photo © Tate. CC-BY-NC-ND 3.0 (Unported)

«Mi vergogno sempre un po’ a sentire la mia voce.

E anche questa volta è così.

Ma non potevo non ricordare Daniele Del Giudice insieme a Rita che me l’ha fatto conoscere. È proprio perché ho vergogna della mia voce che le ho trovato due compagni che potessero aiutarla a leggere meglio, due compagni che sono consanguinei di Atlante Occidentale. “Music on a Long Thin Wire” di Alvin Lucier e una statua di Bodhisattva Birmano in rivoluzione.

Nel brano di Lucier, è realizzata l’armonia di una sola nota dove differenti vibrazioni producono armonici meravigliosi. Ad un tratto si compie quello che Del Giudice dice quando parla degli oggetti di luce, il decoro che forma il carattere della cosa cade e,  rimane il suo essere puro rapporto con il resto del mondo, così come ogni nota è fatta da tutte le note, qualcosa vibra, un’energia agisce, una cosa appare, un suono si sente.

Il Bodhisattva è una immagine che mi viene sempre  in mente quando leggo un brano di Atlante Occidentale per me fondamentale, quello del capitolo 6 che dice:  “non aver bisogno di raccontare è l’unica cosa che incrina la felicità del vedere oltre la forma”. Questa frase, quasi ogni volta che la leggo, mi provoca un dolce groppo alla gola e un mezzo sorriso che talvolta neutralizzo pensando al Bodhisattva, qualcuno che ha visto oltre la forma e ha anche avuto voglia di tornare indietro a raccontarlo.»

(Massimo Bartolini)


Massimo Bartolini è nato, vive e lavora a Cecina. Studia all’Istituto Tecnico per Geometri B. Buontalenti di Livorno e all’ Accademia BB. AA. di Firenze. È docente di arti visive presso UNIBZ Bolzano, NABA Milano.
Dal 1993 espone in numerose mostre, tra le collettive si ricordano: “Fuori Uso”, Pescara, 1996; Biennale di Venezia del 1999, 2001 (collateral event), 2009, 2013 (I); Biennale di Valencia (E) 2001; “Stanze e Segreti”, Milano, 2000; Manifesta 4, Frankurt, (D), 2002; “Ecstasy, in and about altered states” Moca Los Angeles, (USA), 2005; Biennale di Shangai 2006 e 2012 (CHN); International Triennale of Contemporary Art, Yokohama (J) 2011; Biennale di San Paolo 2004 (BR); Biennale di Pontevedera 2004 (E); Documenta 13 Kassel, 2012 (D); Etchigo Tsumari Tiennal, Tokamachi, (J) 2012; Track, Ghent (B) 2012; One on One, Kunstwerke, Berlino (D), 2012; “The City, My Studio/The City, My Life”, Kathmandu Triennale, (Nepal), 2017; “Habit Co-Habit”, Pune Biennale, Pune, (India), 2017; Starting from the desert…Yinchuam Biennal, Yinchuan (CHN) 2018; Bangkok Biennal (TH) 2020; “Escape Routes”.
Fra i solo show: On Identikit Csac Parma, 2020; Manifesta 12 (collateral event) “Caudu e Fridu”, Palazzo Oneto, Palermo (I), 2018; “4 organs” Fondazione Merz, Torino, (I) 2017; “Studio Matters+1” Fruitmarket Gallery Edimburgo (SC) e SMAK Ghent (B), 2013; “Serce na Dloni”, Centre of Contemporary Art “Znaki Czasu”, Torun, (PL), 2013; Hum Auditorium Arte, Roma(I) / MARCO, Vigo, (E) 2012. Museu Serralves Porto (P); Ikon Gallery Birmingham (GB), 2007; GAM di Torino (I), 2005; Museum Abteiberg, Mönchengladbach (D), 2002; “Paesaggi” Galleria Massimo De Carlo 2016; “Afterheart” Frith Street Gallery London 2012; “Three Quarter tone Piece”, Magazzino Roma, 2010; International Triennale of Contemporary Art, Yokohama (J) 2011; Biennale di San Paolo 2004 (BR); Biennale di Pontevedera 2004 (E); Documenta 13 Kassel, 2012 (D); Etchigo Tsumari Tiennal, Tokamachi, (J) 2012; Track, Ghent (B) 2012; One on One, Kunstwerke, Berlino (D), 2012; “The City, My Studio / The City,My Life”, Kathmandu Triennale, (Nepal), 2017; “HabitCo-Habit”, PuneBiennale, Pune, (India), 2017; Startingfromthedesert, Yinchuam Biennal, Yinchuan (CHN) 2018; Bangkok Biennal (TH) 2020 “Escape Routes”.

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