Francesco Guerrieri nasce a Borgia per poi trasferirsi nel 1939 a Roma. Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta l’Accademia dell’Associazione Artistica Internazionale e i corsi dell’Academie de France a Roma. Fino al 1962 esegue cicli di opere informali e polimateriche ed espone alla VIII Quadriennale d’Arte di Roma. Con Lia Drei, Giovanni Pizzo e Lucia di Luciano fonda il Gruppo 63, ma l’anno successivo il sodalizio si scioglie e Guerrieri con la moglie (Lia Drei) danno vita a Sperimentale P (1963-1968). Dal 1968 fino al 1978 Guerrieri affianca alla pittura realizzazioni di happenings e di grandi installazioni, mentre negli Ottanta realizza opere di Metapittura. Espone in molte personali e in rassegne nazionali e internazionali si ricorda la recente “Percorsi riscoperti dell’Arte Italiana 1947 – 2010, VAF/ Stiftung” al MART di Rovereto (2011).

Guerrieri Francesco-T2Q-1968

– titolo: Giallo 2TQ

– data: 1968

– tecnica: acrilico su tela

– dimensione: 108×138 cm

– descrizione: Con 2TQ, un dipinto astratto che gioca su una griglia di colori creata dalla giustapposizione di fasce alternate bianche e gialle, Francesco Guerrieri vince il premio Masaccio 1968. L’opera fa parte della serie dei Quadri di luce che impegnano l’artista dal 1967 al 1977. In questi anni con la moglie Lia Drei fonda Sperimentale P. (Puro) che pone alla base del linguaggio artistico riflessioni sulla percezione sia in merito processi retinici, che in quelli più complessi e organizzati. In questa serie di opere Guerrieri approfondisce gli effetti di irradiazione del bianco con due toni alternati di giallo, con la volontà di trasformare il colore in luce. Attraverso una ricerca che pur essendo rigorosamente linguistica, ha anche uno spiccato valore simbolico, l’artista toglie il quadro dall’essere centro di rappresentatività: 2TQ è infatti un dipinto impostato su un minimo scarto cromatico e sul rapporto che si stabilisce tra la pittura e il fondo, generato dalla qualità del segno e del ritmo. Una pittura che nasce quindi per sottrazioni e che si costituisce come un perpetuo divenire di costruzione e de-costruzione dove fondo e figura si scambiano i ruoli e lasciano emergere solo la luce.