Casa Masaccio, la più longeva istituzione d’arte contemporanea in Toscana, è sicuramente un caso singolare nel panorama italiano. É infatti una delle poche case attribuite ad un maestro della pittura rinascimentale (in questo caso, Tommaso Cassai, detto Masaccio) sufficientemente documentate per dichiararne l’autenticità.

È il Prof. Ugo Procacci, della Soprintendenza di Firenze, negli anni ‘30 a produrre un’accurata ricerca, che spinge in seguito l’Amministrazione comunale ad acquisire la casa di Masaccio ed inaugurarla dopo accurati restauri nel 1978. La prima destinazione ufficiale, mai messa in atto, è “Pinacoteca Comunale”, al fine di accogliere il patrimonio d’arte moderna e contemporanea accumulato in occasione del Premio di Pittura Masaccio (1958-1968): un premio, istituito sul finire degli anni ’50 sulla spinta del fervore culturale lanciato dalla ricostruzione, inizialmente di pittura estemporanea e poi caratterizzatosi sempre di più come momento di indagine delle tendenze artistiche nazionali. In occasione dell’ultima edizione, nel 1968, S. Giovanni Valdarno ospita alcuni artisti, allora giovanissimi e semisconosciuti, che avrebbero però segnato indelebilmente l’esperienza artistica italiana.

La volontà di cogliere le linee più attuali della ricerca artistica in Italia, in assonanza con il ruolo rivoluzionario in pittura di Masaccio, fu l’obbiettivo prefissato dal presidente di giuria, Leonetto Melani, sindaco di San Giovanni Valdarno, e dalla giuria composta da Giovanni Maria Accame, Alberto Boatto, Gillo Dorfles, Corrado Maltese, Guido Montana, Carlo Popovic e Lea Vergine, che selezionarono 37 artisti, tra cui Alighiero Boetti, Carlo Cioni, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Paolo Scheggio e Gilberto Zorio, invitati a far pervenire da una a tre opere per la mostra principale ospitata presso Palazzo D’Arnolfo, negli spazi creati da un’installazione di Gianni Pettena.

Proprio nell’esperienza del Premio Masaccio 1968, che precede ed in fondo preconizza gli eventi che avrebbero caratterizzato, con più vasta risonanza, la Biennale di Venezia dello stesso anno, trova origine la vocazione attuale di Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea: un luogo dedicato alla ricerca artistica e alla sperimentazione di nuovi linguaggi, che dal 1980 propone un itinerario espositivo sempre più complesso ed ambizioso.