2016ArchivioCASA MASACCIO

Dalla collezione comunale: opere storiche e recenti acquisizioni

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Giovanni Anselmo, Emanuele Becheri, Chiara Bettazzi, Alighiero Boetti, Lupo Borgonovo, Carlo Cioni, Isabelle Cornaro, Gaetano Cunsolo, Orietta Fineo, Lek M. Gjeloshi, Carlo Guaita, Francesco Guerrieri, Francesco Lauretta, Irene Lupi, Paolo Meoni, Alberto Moretti, Pantani-Surace, Anna Rose, Andrea Santarlasci.

Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea presenta una selezione di opere dalla collezione comunale di arte contemporanea: un racconto frammentato e discontinuo che mette l’accento sugli ultimi anni di produzione espositiva del centro e che guarda, attraverso le presenze storiche, a quel fondamentale momento che è stato il Premio Masaccio 1968 a cui è stata recentemente dedicata anche una giornata di studi.
In questo percorso attualità e storia si intrecciano in un fluire di vicende umane e ricerche apparentementi distanti, ma che hanno il minimo comune denominatore nella città di San Giovanni e nell’attività di Casa Masaccio che negli anni ha saputo diversificare la sua proposta
culturale offrendo ai suoi visitatori un’interessante e variegato spaccato della produzione contemporanea. In questo modo ogni opera si presenta come un segno, un traccia fugace di un momento e di un percorso più articolato precedentemente ospitato negli spazi di quella che fu la casa del grande artista rinascimentale.
In una commistione che unisce differenti media e linguaggi, vengono ad incontrarsi la selezione di opere che racconta la mostra-premio del 1968 e che riporta allo spettatore il clima delle allora nuovissime correnti di Arte Povera e Pop art, con le esperienze odierne, facendo così coabitare, attraverso giochi di affinità e dissonanze, figure artistiche di riconosciuta fama internazionale e ormai storicizzate, come Boetti e Anselmo, con giovani protagonisti della stagione odierna.
Nel display si ritrovano i frutti delle esperienze di periodi di residenza, nati quindi da uno stretto contatto con la comunità di San Giovanni e con la sua immagine architettonica e sociale: è il caso dei lavori di Gaetano Cunsolo, Orietta Fineo, Francesco Lauretta, Pantani-Surace, Irene Lupi e Lupo Borgonovo che hanno partecipato alle restituzioni di Walking on the planet, Identità e The remains of the day. Se Lupi e Borgonovo hanno aderito alle richieste di un tema comune come l’identità europea e l’immagine di “una tribù di nomadi peregrina nel borgo per celebrare un concerto il giorno del solstizio d’estate”, gli altri sono stati lasciati liberi di esperire la cittadina attraverso percorsi propri e personalissimi che hanno portato a variegate e difformi restituzioni di San Giovanni Valdarno.
Le opere di Isabelle Cornaro e Chiara Bettazzi affrontano, attraverso due punti di vista differenti, un’ indagine sulla nostra relazione con gli oggetti e il modo di rappresentarli, facendo emergere come essi spesso non siano solo comparse oggettuali, ma elementi evocativi e rivelatori della nostra personalità.
I lavori di Emanuele Becheri e Carlo Guaita riportano invece l’atmosfera dell’esposizione Fabula Muta (2013), un’indagine sul “lessico neutro”, che ha avvicintato, come scritto dal curatore Saretto Ccincinelli, opere che “abdicano volontariamente all’eloquenza dell’opera, per orientare quest’ultima verso il suo non-ancora, mettendo in scena una sorta di regressione”.
Polaroid fa parte di una serie di Paolo Meoni, che non si focalizza sul catturare un frammento di realtà, ma che intende rileggere e rimandare al farsi dell’immagine fotografica, mentre le immagini di Andrea Santarlasci, sebbene abbiano una maggiore aderenza al reale, portano ad una progressiva rarefazione percettiva grazie all’utilizzo reiterato di motivi come il doppio e l’ombra.
Il tempo risulta la traccia comune dei video di Lek M. Gjeloshi e Anna Rose: se il primo cattura un’azione in uno spazio tempo non identificato tracciando una possibile interferenza tra reale e finzione, in Ecocloga lo scorrere del tempo porta con sé anche lo spazio che cambia instancabilmente portando la vista da un’immagine all’altra; unico appiglio diviene una ninfa, dai contorni, sempre ben distinguibili, stretta in un groviglio di liane e filamenti.

Ingresso gratuito

Orari: feriali 15 – 19, festivi 10 – 12 / 15 – 19

Museo Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea
Corso Italia, 83 – 52027 San Giovanni Valdarno
Tel. 055 91.26.283
casamasaccio@comunesgv.it
www.casamasaccio.it

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